Tokyo 2020, il punto di vista di Thomas Bach (CIO) sul rinvio di un anno: “Andare al 2022 sarebbe ingestibile per il Giappone”
Lo spostamento di un anno dei Giochi olimpici è stato un’assoluta prima volta. A causa dell’emergenza Coronavirus, il Comitato Olimpico Internazionale, guidato dal tedesco Thomas Bach, si è trovato di fronte un problema gigantesco, mai vissuto nell’era moderna dello sport. Da tante parti si rimprovera al CIO e alla sua macchina organizzativa una certa lentezza nella decisione di rimandare Tokyo 2020 al 2021, vista la situazione che andava progressivamente aggravandosi in tutto il mondo. Proprio il 76enne ex schermidore è stato attaccato da più parti, che lo considerano la “anima nera” dello sport mondiale.
“Ma la decisione di rimandare i Giochi è stata condivisa da tutti i 206 Comitati Olimpici Nazionali, dalle Federazione, da tutti i membri del CIO e dai rappresentanti degli atleti – dice Bach in un’intervista a Die Welt – Ci sono voluti tre giorni per trovare un accordo sul rinvio e sei per annunciare le nuove date. Credo siano aspetti che parlano da soli. Le critiche? Siamo stati supportati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dai capi di stato del G20 e da tutte le realtà coinvolte nel movimento olimpico. Sì, qualcuno ci ha criticato, ma bisogna vedere la cose in prospettiva”.
Bach racconta i momenti che hanno portato alla decisione del rinvio: “Abbiamo iniziato a renderci conto della situazione già a metà febbraio. Da lì abbiamo continuato ad aggiornare i nostri piani, sapendo che le nostre priorità dovevano essere la salute degli atleti e la battaglia alla diffusione del virus. Il 21 marzo, quando siamo stati informati del propagarsi dell’emergenza in Sud America e Africa, abbiamo subito convocati una riunione del Comitato esecutivo del Cio. Fino a quel momento il dubbio era se il Giappone sarebbe stata una sede sicura, ma ora il nocciolo della questione era se il mondo sarebbe stato un invitato sano. A quel punto, c’erano solo due strade: la cancellazione e il rinvio. La prima ipotesi avrebbe portato alla distruzione del sogno olimpico per 11mila atleti di 206 paesi. Non l’abbiamo mai realmente presa in considerazione”.
Qualche nazione aveva fatto intendere che non avrebbe mandato i suoi atleti. E se la cosa si ripetesse nel 2021? “Noi pensiamo che nessuna federazione possa prevaricare il diritto di un singolo atleta di decidere cosa fare. Quindi, nell’eventualità, faremmo tutti i passi necessari per aiutare gli atleti nell’esercizio di questo diritto. Ma la scelta di andare al 2021 è stata appoggiata dall’OMS, che ha garantito al Giappone tutta l’assistenza affinché i Giochi siano un successo. La nostra priorità rimane la salute degli atleti e di tutte le persone coinvolte: questa rimarrà la linea guida di tutte le nostre decisioni”.
Perché non andare direttamente al 2022? “Sia i nostri partner giapponesi che il primo ministro Shinzo Abe mi hanno fatto capire molto chiaramente che non sarebbero riusciti a gestire un posticipo oltre la prossima estate. I Giochi non si possono rinviare a data da destinarsi come un torneo di tennis o una partita di calcio. I costi del rinvio? Il Giappone ci ha garantito che onorerà i termini dell’accordo esistente e noi continueremo a condividere le spese. Per quel che riguarda il CIO, già sapevamo che avremmo affrontato costi extra dell’entità di diversi milioni di dollari”.
Sull’allarme doping sollevato nelle scorse settimane: “Nessuno pensi di non poter essere beccato – il monito di Bach – Le misure introdotte dalla WADA, con il supporto del CIO, sono attive, così come le procedure che fanno parte del programma di test ‘pre-Giochi’. Stiamo inoltre intraprendendo altre modalità, come il congelamento di test fatti in questo periodo, in modo da poterli rendere riutilizzabili per 10 anni. E non appena le restrizioni dovute al Covid-19 verranno ridotte, implementeremo un nuovo programma di test, che andrà avanti fino all’inizio delle Olimpiadi. Questo tempo in più ci darà l’opportunità di validare e usare nuovi metodi di indagine”. E atleti squalificati che potrebbero tornare “eleggibili” nel 2021: “La WADA ha specificato che, stando alle regole attuali, le squalifiche sono temporali e non relative agli eventi. Noi come CIO abbiamo spesso provato a introdurre regole che avrebbero escluso i colpevoli di doping dall’Olimpiade immediatamente successiva, ma il Tribunale arbitrale dello Sport non lo ha mai permesso”.
Bach rimane ottimista per il 2021: “I Giochi saranno l’opportunità per persone di tutto il mondo di tornare insieme e celebrare l’uscita del genere umano da una crisi terribile. Spero che le discussioni sociopolitiche che si stanno vedendo stiano dimostrando che dobbiamo essere tutti più uniti, in tutto il mondo, e che serve molta più solidarietà rispetto a prima. Questa crisi dimostra una volta di più che nessuno può risolvere grandi problemi da solo”.
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